mercoledì 26 agosto 2009

23.08.2009 settimo giorno CARRION DE LOS CONDE – LEON

Ore 6.30

La notte è passata quasi insonne.

Urla fischi e schiamazzi vari hanno fatto da contorno ad un sonno intervallato da continui risvegli.

Ormai siamo abituati alla solita routine e ci laviamo, prepariamo i bagagli e sistemiamo le bici in modo automatico (mentre continuiamo un po' a dormire).

Ci mettiamo subito alla ricerca di un bar. Decine di ragazzi sono per strada e dalle loro facce capiamo che devono ancora andare a dormire.


Ore 8:00

Dopo una buona colazione siamo pronti a partire.

Il paesaggio non varia molto, incontriamo i soliti paesini

(quattro casette intorno ad una chiesa imponente), fino a che non entriamo a Sahagun, grosso centro importante per qualcosa di cui ci importa pochino... (abbiamo fame!)

Ore 10.30

Seconda colazione. Una delle simpatiche abitudini che abbiamo preso è la sosta di mezza mattina... passiamo almeno mezz'ora alla ricerca dei bar o panaderie che offrono le scelte migliori... appena ne troviamo uno ci diamo subito da fare... strage di cornetti e pan o chocolate, vedere Cristian all'opera, credetemi, è davvero fantastico.... (ciao Cristian).

Ore 13:00

Non riusciamo proprio a ricordare dove e cosa abbiamo mangiato (di sicuro lo abbiamo fatto ma non abbiamo memoria... neanche fotografica).

Ore 16:30

Arrivo a Leon.

La tappa è veramente monotona, si chiamano mesetas quelle che stiamo attraversando e sono lo strazio dei caminanti, un paesaggio monotono (ed angosciante) che mette a dura prova la tua resistenza fisica e sopratutto mentale... in bici la cosa è un pochino diversa le fai in tre giorni mentre loro devono impiegarne almeno 10... comunque alla fine le nostre fatiche trovano la meritata fine... l'albergue del pellegrino comunale.

Ore 19:30

Incontriamo i genitori di Cristian che ci invitano a prendere un aperitivo a base di sangria... accettiamo ben volentieri... e offrono loro.. grazie veramente di cuore.

Ore 20:15

Ceniamo in una trattoria tipica gestita da una signora veramente simpatica... il menu' comincia ad essere ripetitivo e qualcuno si azzarda a variarlo e prende gli “spaghetti alla bolognese” (Enzo ed il papà di Cristian), tralascio i commenti per non andare contro lo spirito del pellegrino e della sopportazione reciproca.

Nel tavolo accanto ci sono quattro ragazzi italiani... Andrea si scatena in una delle sue divagazioni amletiche sulla vita e su Valentino Rossi... alla fine i ragazzi distrutti vanno via disperati... NON SANNO CHE SIAMO NELLO STESSO OSTELLO E PER GIUNTA NELLA STESSA CAMERATA!

Ore 21.30.

è il primo luogo che incontriamo dove ci invitano ad effettuare la benedizione del pellegrino.

Entriamo in chiesa da una porta esterna, sono le suore che tra canti e salmi alla fine ci danno la benedizione.

Sono le 23 e cerco disperatamente di connettermi, ma devono chiudere la porta quindi una “hospitalera” mi invita ad entrare; chiudo il computer e buonanotte.


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